Scoperta una nuova categoria di grassi "buoni" FAHFA / Discovery of a new category of "good" fats (FAHFA)

Scoperta una nuova categoria di grassi "buoni" FAHFADiscovery of a new category of "good" fats (FAHFA)


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Joseph Cotellessa


Un paziente diabetico misura il proprio livello glicemico: la nuova categoria di grassi potrebbe essere di grande aiuto per la prevenzione della malattia (© Hero Images/Corbis)
A diabetic patient measures his blood sugar level: the new category of fats could be of great help in the prevention of disease

Gli acidi grassi FAHFA proteggono dall'insulino-resistenza, una condizione che prelude all'insorgenza del diabete di tipo 2. Scoperti originariamente nei topi geneticamente modificati, sono prodotti anche dall'organismo umano e un loro riequilibrio potrebbe rappresentare una nuova strada per prevenire il diabete.

Non tutti i grassi fanno male alla salute: alla ristretta schiera dei lipidi benefici, che comprende già gli omega 3, si aggiunge ora una nuova classe di molecole, i FAHFA (fatty acid hydroxyl fatty acids). Descritti sulle pagine della rivista “Cell” da un gruppo di ricercatori guidati da Barbara Kahn, dell'Università di Harvard, potrebbero aprire una nuova strada nella prevenzione del diabete di tipo 2. A differenza degli omega-3, i FAHFA hanno il vantaggio di essere prodotti dall'organismo umano, si tratterebbe pertanto di ripristinare i suoi livelli corretti a scopo terapeutico.

Il momento decisivo per arrivare all'individuazione di questa nuova classe di lipidi è stata la creazione, alla fine degli anni novanta, di uno specifico modello animale nel laboratorio di Kahn, il modello murino AG4OX (adipose-specific GLUT-4 overexpressing mouse model). Si trattava di topi geneticamente modificati in modo che esprimessero livelli più elevati di molecole di trasporto del glucosio, denominate GLUT-4.

La creazione di questo modello era dovuta all'osservazione che nelle loro cellule adipose degli esseri umani insulino-resistenti, cioè più a rischio di sviluppare diabete e disturbi metabolici, c'è un livello più basso del normale proprio delle GLUT-4. 

Con sorpresa, i ricercatori hanno scoperto che la semplice sovraespressione delle GLUT-4 nei topi era sufficiente ad aumentare la tolleranza al glucosio e proteggere i roditori dal diabete, anche se erano obesi. Nel corso degli anni, si è osservato che questi stessi topi hanno elevati livelli di acidi grassi, generalmente associati con l'insulino-resistenza e l'intolleranza al glucosio: in qualche modo, i topi AG40X erano immuni da questi effetti, rimanendo sensibili al glucosio e in grado di controllare gli zuccheri nel sangue. 

La scoperta dei FAHFA è arrivata infine conducendo sui topi AG40X una sofisticata analisi denominata spettrometria di massa lipodomica. “Si tratta di una tecnologia che consente di quantificare centinaia di lipidi in un campione biologico utilizzando il peso molecolare di un lipide come mezzo per determinare la sua presenza in una cellula o un tessuto”, ha spiegato Saghatelian. 

Esaminando i risultati delle analisi, hanno scoperto un gruppo di quattro lipidi i cui livelli erano da 16 a 18 volte superiori nei topi AG40X rispetto a quelli normali. Queste nuove molecole non erano tuttavia comprese nei database dei lipidi conosciuti: si trattava di una nuova classe di grassi, la cui struttura è stata identificata con ulteriori ricerche. 

Ulteriori sperimentazioni hanno dimostrato che somministrando ai topi i FAHFA in alte quantità, il risultato era un rapido e drastico calo dei livelli di zuccheri nel sangue e un incremento dell'insulina. A ulteriore conferma, le analisi condotte sugli esseri umani insulino-resistenti hanno evidenziato livelli di FAHFA dal 50 al 75 per cento inferiori rispetto a soggetti con sensibilità insulinica normale. Inoltre, gli autori hanno individuato i recettori cellulari a cui le FAHFA si legano per svolgere la loro attività, denominati GPR-120.

“Quando i FAHFA si legano ai recettori ind to GPR-120, sono in grado di controllare la quantità di glucosio introdotto nelle cellule”, ha sottolineato Kahn. "Il recettore è il tramite che consente ai FAHFA di indurre una riduzione dell'attività dei macrofagi, le cellule del sistema immunitario che sono legate all'insorgenza dell'obesità e delle patologie infiammatorie”.

“La scoperta dei FAHFA fornisce nuove e preziose informazioni sui meccanismi sottostanti alle patologie metaboliche e infiammatorie”, ha conccluso Kahn. “L'aspetto forse più importante è che questo risultato potrà essere utilizzato a scopi preventivi e terapeutici nei confronti del diabete, una malattia che nel mondo sta diventando un'epidemia”.

ENGLISH

The FAHFA fatty acids protect from insulin resistance,
a condition that precedes the onset of type 2 diabetes Discovered originally in mice genetically modified, are also produced by the human body and their rebalancing could be a new way to prevent FAHFA fatty acids protect from insulin resistance, diabetes.

Not all fats are bad for health: the select group of beneficial lipids, which already includes the omega 3, there is now a new class of molecules, FAHFA (fatty acid hydroxyl fatty acids). Described on the pages of the journal "Cell" by a group of researchers led by Barbara Kahn, of Harvard University, could open a new avenue in the prevention of type 2 diabetes Unlike omega-3, the FAHFA have the advantage of be produced by the human body, it would therefore restore its levels corrected for therapeutic purposes.

The decisive moment to get to the identification of this new class of lipids was the creation, at the end of the nineties, a specific animal model in the Kahn lab, the mouse model AG4OX (adipose-specific GLUT-4 overexpressing mouse model) . It was genetically modified mice so that expressed higher levels of glucose transport molecules, referred to as GLUT-4.

The creation of this model was due to the observation that in their fat cells of insulin-resistant humans, that is most at risk of developing diabetes and metabolic disorders, there is a lower level of the normal right of GLUT-4.

With surprise, the researchers discovered that the simple overexpression of GLUT-4 in mice was sufficient to increase glucose tolerance and protect rodents from diabetes, even though they were obese. Over the years, it has been observed that these same mice have high levels of fatty acids, generally associated with insulin resistance and glucose intolerance: in some way, the AG40X mice were immune from these effects, while remaining sensitive to glucose and able to control blood sugars.

The discovery of FAHFA finally came on conducting AG40X mice a sophisticated analysis of Lipidomics called mass spectrometry. "It is a technology that allows measurement of hundreds of lipids in a biological sample using the molecular weight of a lipid as a means to determine its presence in a cell or a tissue," explained Saghatelian.

Looking at the results of the analysis, they found a group of four lipids whose levels were 16 to 18 times higher in mice AG40X than normal. These new molecules were not however included in the database of known lipid: it was a new class of fat, the structure of which has been identified with further research.

Further experiments have shown that by administering to mice the FAHFA in high amounts, the result was a rapid and dramatic drop in levels of blood sugar and insulin increase. A further confirmation, the insulin resistant analysis conducted on humans have shown levels of FAHFA 50-75 percent lower than in subjects with normal insulin sensitivity. In addition, the authors have identified the cellular receptor to which FAHFA bind to run their business, called GPR-120.

"When the FAHFA bind to receptors ind to GPR-120, are able to control the amount of glucose has stressed Kahn introduced into cells,". "The receptor is the link that allows FAHFA to induce a reduction in the activity of macrophages, the cells of the immune system that are related to the onset of obesity and inflammatory diseases."

"The discovery of FAHFA provides valuable new information about the mechanisms underlying the metabolic and inflammatory diseases," he conccluso Kahn. "Perhaps most important it is that this result can be used for preventive and therapeutic purposes against diabetes, a disease that the world is becoming an epidemic."

Da:

http://www.lescienze.it/news/2014/10/13/news/grassi_buoni_salute_diabete-2328111/

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