Un glioblastoma in provetta, per lo studio di terapie personalizzate / A glioblastoma in a test tube, for the study of personalized therapies.

Un glioblastoma in provetta, per lo studio di terapie personalizzateA glioblastoma in a test tube, for the study of personalized therapies.



Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Joseph Cotellessa




Riprodotto in provetta glioblastoma, il più aggressivo tumore al cervello. Servirà per aiutare la ricerca ad aprire la strada a efficaci cure personalizzate. Lo studio su Neuro Oncology.
Dalla riproduzione in laboratorio del glioblastoma, il più aggressivo tumore cerebrale, purtroppo ancora oggi senza efficaci terapie, allo studio di cure personalizzate in grado di colpire selettivamente le cellule staminali tumorali che ne favoriscono la recidiva. È questo in sintesi il risultato dello studio realizzato da una equipe multidisciplinare di ricercatori dell’Università Cattolica – Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma e dell’Istituto Superiore di Sanità e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Neuro-Oncology.
Il glioblastoma è il tumore cerebrale più maligno e, purtroppo, anche più frequente nell’adulto. In Europa e nel Nord America, la sua incidenza è di 2-3 nuovi casi all’anno su 100.000 abitanti. Non esiste alcun trattamento efficace per una cura completa di questo tumore, né è possibile fare programmi di screening per prevenirlo. Nonostante i progressi dell’oncologia in campo genetico e molecolare, sono stati ottenuti soltanto miglioramenti limitati della sopravvivenza dei pazienti affetti da glioblastoma negli ultimi decenni. Quasi inesorabilmente, il glioblastoma recidiva nel cervello dopo circa 14-15 mesi dall’intervento neurochirurgico e dalla radio-chemioterapia. La resistenza del glioblastoma alle cure è dovuta verosimilmente alla presenza di cellule staminali tumorali che invece di dare origine a un tessuto sano producono un tumore. Queste cellule, che rappresentano quindi il reservoir tumorale, sono molto resistenti alle radiazioni e ai farmaci chemioterapici e sono anche in grado di migrare al di fuori del tumore per invadere il tessuto cerebrale, lontano dall’area coinvolta dalla rimozione chirurgica.
In questo studio, pubblicato nelle scorse settimane su Neuro-Oncology, i ricercatori degli Istituti di Neurochirurgia, Anatomia Patologica, e Patologia Generale dell’Università Cattolica e del Policlinico A. Gemelli di Roma in collaborazione con il Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità hanno dimostrato che è possibile riprodurre in laboratorio il tumore asportato in sala operatoria attraverso l’impiego delle cellule staminali tumorali. Queste cellule si moltiplicano in provetta, aggregandosi a formare delle sfere che riproducono in miniatura il tumore del paziente conservandone le caratteristiche genetiche e molecolari. “Già poche settimane dopo l’intervento – afferma Roberto Pallini, neurochirurgo dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli – possiamo analizzare in laboratorio le cellule staminali di un determinato paziente e conoscere in anticipo la risposta del tumore alla radio-chemioterapia. Inoltre possiamo testare in laboratorio nuovi farmaci anti-tumorali per giungere a una terapia oncologica personalizzata, cioè adattata in base ai bersagli molecolari trovati nel tumore di ogni singolo paziente.
“Il passo successivo – secondo Lucia Ricci Vitiani, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità – sarà l’identificazione delle alterazioni molecolari alla base della resistenza alle terapie di queste cellule e l’individuazione di bersagli terapeutici alternativi per progettare nuove cure più efficaci”. “È molto importante – aggiunge Luigi Maria Larocca, Anatomo-Patologo dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli – che le cellule staminali tumorali, anche dopo diversi passaggi in coltura, conservano le caratteristiche molecolari del tumore del paziente, permettendo in tal modo di provare l’efficacia di nuovi farmaci non appena disponibili”.
Le ricerche sulle cellule staminali del glioblastoma, iniziate circa 10 anni fa sotto la spinta di Giulio Maira, già Ordinario di Neurochirurgia all’Università Cattolica, e proseguite con Alessandro Olivi, direttore della Neurochirurgia dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma, sono stati possibili solo grazie alla forte collaborazione tra la Neurochirurgia del Gemelli e i ricercatori di Anatomia Patologica e Patologia Generale dell’Università Cattolica e del Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità.
ENGLISH
Reproduced tube in glioblastoma, the most aggressive brain tumor. It will serve to help the search to open the effective personalized care road. The study of Neuro Oncology.
From reproduction in the laboratory of glioblastoma, the most aggressive brain tumor, unfortunately still no effective therapies, the study of personalized care that can selectively affect cancer stem cells that promote their recurrence. This is a summary of the results of the study carried out by a multidisciplinary team of researchers at the Catholic University - Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli in Rome and the Institute of Health and published in the prestigious scientific journal Neuro-Oncology.
The glioblastoma is the most malignant brain tumor and, unfortunately, also more frequent in the adult. In Europe and North America, its incidence is 2-3 new cases per year per 100,000 inhabitants. There is no effective treatment for a complete cure of this tumor, nor is it possible to make screening programs to prevent it. Despite oncology advances in genetics and molecular biology, they have been achieved only limited improvements in the survival of patients with glioblastoma in recent decades. Almost surely, glioblastoma recurrence in the brain after about 14-15 months after neurosurgical and radio-chemotherapy. The resistance of glioblastomas to treatment is probably due to the presence of cancer stem cells that instead of giving birth to healthy tissue produce a tumor. These cells, which then represent the tumor reservoir, are highly resistant to radiation and chemotherapy drugs and are also able to migrate out of the tumor to invade the brain tissue, away from the area affected by surgical removal.
In this study, published in the last weeks of Neuro-Oncology, the researchers of the Institutes of Neurosurgery, Pathology, and General Pathology Catholic University and the Policlinico A. Gemelli in Rome in collaboration with the Department of Oncology and Molecular Medicine of ' National Institute of Health have shown that it is possible to reproduce in the laboratory the removed tumor in surgery through the use of cancer stem cells. These cells multiply in a test tube, joining to form spheres which miniature reproduce the patient's tumor preserving the genetic and molecular characteristics. "Already a few weeks after surgery - says Roberto Pallini, a neurosurgeon at the University Cattolica-Policlinico A. Gemelli - we can analyze in the laboratory stem cells from a particular patient and to predict the tumor response to radio-chemotherapy. Also we can test new cancer drugs in the laboratory to achieve a personalized cancer therapy that is tailored according to the molecular targets found in the tumor of each patient.
"The next step - according Vitiani Lucia Ricci, researcher at the Higher Institute of Health - will be the identification of the molecular changes underlying resistance to treatment of these cells and the identification of alternative therapeutic targets to design new, more effective treatments." "It is very important - adds Luigi Maria Larocca, Anatomy and Pathologist Catholic University Policlinico A. Gemelli - that cancer stem cells, even after several passages, retain the molecular characteristics of the patient's tumor, thereby allowing the test the effectiveness of new drugs as they become available. "
Research on stem cells of glioblastoma, started about 10 years ago at the urging of Giulio Maira, former Professor of Neurosurgery at the Catholic University, and continue with Alessandro Olivi, director of Neurosurgery at the University Cattolica-Policlinico A. Gemelli in Rome, were only possible thanks to the strong partnership between the Neurosurgery Gemini and researchers of Pathological Anatomy and Pathology Catholic University and the Department of Oncology and Molecular Medicine Institute of Health.
Da:
http://www.galileonet.it/2017/04/glioblastoma-provetta-terapie-personalizzate/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=Un%2Bglioblastoma%2Bin%2Bprovetta%2C%2Bper%2Blo%2Bstudio%2Bdi%2Bterapie%2Bpersonalizzate&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert

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