Dopamina, l’ormone della felicità alleato del sistema immunitario / Dopamine, the hormone of happiness allied of the immune system.

Dopamina, l’ormone della felicità alleato del sistema immunitario Dopamine, the hormone of  happiness allied of the immune system.


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa






Per produrre gli anticorpi le cellule del sistema immunitario interagiscono ad alta velocità tramite lo scambio del neurotrasmettitore “della felicità”: la dopamina. La scoperta su Nature.
La dopamina è un neurotrasmettitore, una molecola-segnale che permette la comunicazione tra le cellule nervose. Viene prodotta principalmente nel cervello ed è centrale nei meccanismi di motivazione e gratificazione, motivo per cui spesso ci si riferisce alla dopamina come alla “molecola della felicità”. Una ricerca apparsa sulla rivista Nature dimostra che anche alcuni tipi di cellule del sistema immunitario usano la dopamina per comunicare, accelerando la produzione di anticorpi nel caso di un’infezione virale o batterica. Il lavoro è di un gruppo di ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milanouna delle 18 strutture di eccellenza del Gruppo Ospedaliero San Donato, in collaborazione con l’Australian National University di Canberra, coordinati rispettivamente da Claudio Doglioni, direttore dell’unità di Anatomia e Istologia Patologica e professore presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e dalla Professoressa Carola Vinuesa, direttrice del dipartimento di immunologia.
La scoperta dell’impiego della dopamina nel processo di produzione degli anticorpi apre la strada allo sviluppo di nuove terapie che colpiscano questo canale di comunicazione per frenare o accelerare la risposta immunitaria, con possibili impieghi nel campo delle malattie infettive e di quelle autoimmuni.
Quando il nostro organismo viene attaccato da un agente esterno, virale o batterico, il sistema immunitario si attiva per produrre anticorpi in grado di riconoscere la minaccia e neutralizzarla. Gli anticorpi vengono prodotti e selezionati in un’area dei linfonodi – il centro germinativo – dalle cellule cellule B. Le cellule B svolgono questo lavoro solo se aiutate da un tipo particolare di cellule T, chiamate TFH. L’efficacia e la rapidità dell’impresa dipendono quindi in larga parte dallo scambio di informazioni tra queste due cellule. Ed è proprio in questa fase che entra in gioco il noto neurotrasmettitore: la dopamina.
“Abbiamo scoperto che la dopamina accelera la selezione delle cellule B da parte delle cellule T, perché aiuta la loro reciproca interazione”, spiega Claudio Doglioni. “Usare la dopamina come molecola-segnale permette infatti una comunicazione più veloce di quella che avviene in genere tra le cellule del sistema immunitario” aggiunge il professor Maurilio Ponzoni dell’Università Vita-Salute San Raffaele, coautore dello studio.
Solitamente queste cellule comunicano attraverso delle proteine: le citochine. Il problema di usare le proteine come molecole-segnale è che queste, prima di poter essere utilizzate, devono essere sintetizzate dalla cellula stessa a partire dal corrispondente gene contenuto nel DNA: un processo laborioso e lento. “L’impiego di una tecnica di comunicazione più veloce – non a caso prediletta dal sistema nervoso – costituisce un chiaro vantaggio evolutivo, ovvero maggiore rapidità nella produzione di anticorpi contro un’infezione”, continua la dottoressa Ilenia Papa, primo autore dell’articolo, che dopo aver lavorato all’Ospedale San Raffaele si è trasferita in Australia, dove continua la sua ricerca presso l’Australian National University.
Un’ipotesi rafforzata dalla scoperta che questo meccanismo non è presente in animali più semplici, come i topi. Le conseguenze sono evidenti: infatti, se nel topo sono necessarie circa 8 ore per selezionare le cellule B adatte a produrre anticorpi contro una minaccia infettiva, nell’uomo è sufficiente mezz’ora o un’ora.
La descrizione del meccanismo di funzionamento della dopamina in questo contesto apre la strada allo sviluppo di terapie che riescano a rallentare o accelerare la risposta anticorpale agendo sullo scambio di questa molecola, con potenziali applicazioni che vanno dal campo delle malattie autoimmuni a quello delle malattie infettive.
ENGLISH
To produce antibodies, cells of the immune system interact with high speed through the exchange of the "happiness" neurotransmitter: dopamine. The Discovery on Nature.
Dopamine is a neurotransmitter, a molecule-signal that allows communication between nerve cells. It is produced mainly in the brain and is central to the mechanisms of motivation and gratification, which is why it often refers to dopamine as the "molecule of happiness". A study appeared in the journal Nature shows that even some types of immune cells use dopamine to communicate, accelerating the production of antibodies in the case of viral or bacterial infection. The work is a group of researchers at the IRCCS San Raffaele Hospital in Milan, one of 18 San Donato Hospitality Excellence Facilities, in collaboration with Australian National University in Canberra, coordinated by Claudio Doglioni, unit director Anatomy and Pathology, and a professor at the San Raffaele Vita-Salute University and Professor Carola Vinuesa, director of the Immunology Department.
The discovery of the use of dopamine in the antibody production process paves the way for the development of new therapies that affect this communication channel to curb or speed up the immune response, with possible uses in the field of infectious and autoimmune diseases.
When our organism is attacked by an external agent, viral or bacterial, the immune system activates to produce antibodies capable of recognizing the threat and neutralizing it. The antibodies are produced and selected in an area of the lymph nodes - the germinal center - from the cells B cells B cells carry out this work only if aided by a particular type of T cell, TFH calls. The effectiveness and rapidity of the business therefore largely depend on the exchange of information between these two cells. And it is at this stage that the known neurotransmitter comes into play: dopamine.
"We found that dopamine accelerates the selection of B cells by T cells because it helps their interaction," explains Claudio Doglioni. "Using the dopamine-like molecule signal it allows faster communication than what usually occurs between cells of the immune system," adds Professor Maurilio Ponzoni University Vita-Salute San Raffaele, co-author of the study.
Usually, these cells communicate through proteins: cytokines. The problem of using proteins as signal-molecules is that these before they can be used, they must be synthesized by the cell itself starting from the corresponding gene in the DNA content: a laborious and slow process. "The use of a faster communication technique - unintentionally favored by the nervous system - is a clear evolutionary advantage, or faster in the production of antibodies against an infection," continues Dr. Ilenia Papa, first author of the article , Who after working at San Raffaele Hospital moved to Australia, where he continued his research at the Australian National University.
A hypothesis reinforced by the discovery that this mechanism is not present in simpler animals, such as mice. The consequences are obvious: in fact, if in the mouse are required approximately 8 hours to select B cells suitable for producing antibodies against an infectious threat, in humans, it is sufficient to half an hour or an hour.
The description of the mechanism of dopamine functioning in this context paves the way for the development of therapies that can slow or accelerate the antibody response by acting on the exchange of this molecule, with potential applications ranging from the field of autoimmune diseases to that of infectious diseases.
Da:
https://www.galileonet.it/2017/07/dopamina-ormone-felicita-sistema-immunitario/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=Dopamina%2C%2Bl%27ormone%2Bdella%2Bfelicit%C3%A0%2Balleato%2Bdel%2Bsistema%2Bimmunitario&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert

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