Coniugi morti in vacanza, avvelenati da erba scambiata per zafferano / Spouses dead on vacation, poisoned with grass exchanged for saffron.

Coniugi morti in vacanza, avvelenati da erba scambiata per zafferanoSpouses dead on vacation, poisoned with grass exchanged for saffron.


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa



A sinistra il fiore della colchicina, a destra il fiore di zafferano. / To the left the colchicine flower, to the right the saffron flower.

Cos’è la colchicina

La colchicina, che spesso viene chiamata “zafferano bastardo” per la sua somiglianza con il fiore utilizzato in cucina, è una pianta erbacea di colore rosa-violaceo che fiorisce tra agosto e settembre e cresce spontaneamente lungo i ruscelli e nei boschi. In Italia si trova soprattutto nelle zone alpine e prealpine, fino a 2000 metri, ed è rara sugli Appennini.

È un’erba molto velenosa

La colchicina è estremamente velenosa tanto che anche il Ministero della Salute l’ha inserita nella lista delle erbe proibite, vietandone l’uso negli integratori alimentari e nei prodotti erboristici. Se il fiore viene toccato, possono insorgere danni alla pelle, se invece viene ingerito, si verifica un avvelenamento vero e proprio: questa intossicazione, che poi porta al decesso, si manifesta con bruciore alle mucose, vomito, coliche, crampi addominali, diarrea, delirio e perdita di conoscenza. La morte può sopraggiungere entro 48 ore ma in alcuni casi anche più tardi perché gli effetti della colchicina possono portare a complicanze neurologiche e al sangue.
La colchicina si lega a una proteina dei microtubuli, la tubulina, e ne causa la depolimerizzazione. Ciò determina un effetto antimitotico sulla cellula che viene bloccata allo stadio di metafase per la mancata genesi del fuso mitotico.
Sebbene l'elevata tossicità della colchicina ne impedisca l'uso come composto antitumorale, tale azione consente di inibire la motilità cellulare impedendo ai leucociti di raggiungere l'area d'interesse e bloccandone l'attività fagocitaria. Oltre a tale azione la colchicina è anche in grado di inibire la produzione del leucotriene B4.
L'uso di alte dosi di colchicina può produrre una sindrome da sovradosaggio che può avere una mortalità del 30%. La sindrome si presenta principalmente con problemi a carico dell'apparato gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea e dolori addominali) con conseguenti problemi idrico-salini, alterazioni della funzionalità midollare e polipnea. Generalmente la morte sopraggiunge in seconda o terza giornata per collasso cardiocircolatorio o shock settico. In mancanza d'un antidoto si ricorre a un urgente ricovero in terapia intensiva per l'effettuazione d'una lavanda gastrica e aspirazione duodenale, correzione dello stato idrico ed elettrolitico, terapia antibiotica ed eventuale trattamento sintomatico.
Nell'uomo la dose tossica di colchicina si aggira attorno ai 10 mg. In caso di somministrazione prolungata si possono determinare alterazioni midollarineuritialopecia e miopatia.
L'uso della colchicina può interferire con la funzione della mucosa ileale determinando un malassorbimento reversibile della vitamina B12.

La differenza tra zafferano e colchicina

Il fiore dello zafferano e quello della colchicina possono essere confusi perché sono molto simili. Tuttavia, esiste una differenza che consente di distinguerli: il fiore colchico ha sei stami mentre quello dello zafferano ne ha tre. Ma questo non basta per raccogliere e cucinare la pianta in totale tranquillità: se non si conoscono appieno le differenze, meglio lasciar perdere.

La colchicina è usata per curare la gotta

La colchicina, però, non è solo dannosa. Con questa erba viene prodotto un farmaco utilizzato per curare la gotta. Per i suoi potenziali effetti nocivi, viene prescritto sotto strettissimo controllo medico ed è somministrata in bassissime dosi.
La colchicina è un farmaco che conserva un ruolo di primo piano nel trattamento dell’attacco acuto di gotta. I benefici della colchicina sono legati principalmente alla capacità di inibire la fagocitosi dei cristalli di urato da parte dei leucociti polimorfonucleati. La colchicina blocca una serie di meccanismi che portano alla rapida amplificazione del processo infiammatorio innescato dalla fagocitosi dei cristalli di urato monosodico. La colchicina viene somministrata per via orale (compresse da 1 mg). La dose tradizionale di attacco è di 1-2 mg ai primi sintomi di flogosi articolare, seguiti da 1 mg ogni due-tre ore, fino alla dose cumulativa di 5-6 mg in prima giornata. In seconda e terza giornata, la dose può essere ridotta a 1-2 mg/die, in rapporto alle condizioni cliniche e alla tollerabilità del farmaco (che va sospeso se compaiono diarrea e/o dolori addominali). È opportuno, nei giorni successivi, mantenere la somministrazione di 1 mg/die di colchicina, per almeno due-tre settimane, anche in caso di remissione della sinovite, allo scopo di prevenire la comparsa di altri episodi di flogosi acuta. La posologia e la durata del trattamento possono presentare un’ampia variabilità, in rapporto all’età, al peso corporeo, alla presenza di malattie concomitanti, all’eventuale assunzione di altri farmaci. Il dolore e la tumefazione articolare si riducono gradualmente entro 48 ore nel 75-80% dei pazienti. Dal momento che il predetto schema classico di somministrazione si associa con una elevata incidenza di effetti collaterali a livello intestinale (diarrea, dolori addominali di particolare intensità) si tende oggi a non superare i 3 mg in prima giornata. Un rapido controllo dell’attacco acuto si può osservare anche con bassi dosaggi quanto più precoce è l’inizio del trattamento.
Il rischio di effetti collaterali sistemici (depressione midollare, danno renale ed epatico) è più elevato quando la colchicina è somministrata per via endovenosa (la formulazione endovenosa non è disponibile in molti Paesi, compresa l’Italia).
ENGLISH
What is colchicine?
Colchicine, often called "saffron bastard" for its resemblance to the flower used in the kitchen, is a herbaceous pink-violet plant that blooms between August and September and grows spontaneously along streams and forests. In Italy, it is mainly found in alpine and prealpine areas, up to 2000 meters, and is rare in the Apennines.
It's a very poisonous herb
Colchicine is extremely poisonous that the Ministry of Health has included it in the list of forbidden herbs, prohibiting its use in dietary supplements and herbal products. If the flower is touched, skin damage may occur, if it is ingested, a real poisoning occurs. This intoxication, which leads to death, is manifested by burning on mucous membranes, vomiting, colic, abdominal cramps, diarrhea, delirium and loss of knowledge. Death may occur within 48 hours but in some cases even later because colchicine effects can lead to neurological complications and blood.
Colchicine binds to a microtubule protein, tubulin, and causes depolymerization. This results in an antimitotic effect on the cell that is blocked at the metaphase stage for non-mitotic mitochondrial genesis.
Although the high toxicity of colchicine prevents its use as an antitumor compound, this action inhibits cellular motility by preventing leukocytes from reaching the area of interest and blocking phagocytic activity. In addition to this action, colchicine is also able to inhibit the production of leukotriene B4.
The use of high doses of colchicine may produce an overdose syndrome that may have a mortality of 30%. The syndrome is mainly related to problems with the gastrointestinal tract (nausea, vomiting, diarrhea and abdominal pain) resulting in water-salinity problems, alterations in bone marrow function and polypnea. Death usually occurs in the second or third day due to cardiovascular collapse or septic shock. In the absence of an antidote, an urgent hospitalization for intensive care for gastric lavage and duodenal aspiration, water and electrolysis correction, antibiotic therapy and possibly symptomatic treatment is required.
In humans, the toxic dose of colchicine is approximately 10 mg. In case of prolonged administration medullary, neuritis, alopecia and myopathy may be caused.
Colchicine use may interfere with the function of the ileal mucous membrane causing reversible vitamin B12 malabsorption.
The difference between saffron and colchicine
Saffron and colchicine flower can be confused because they are very similar. However, there is a difference that distinguishes them: the colchicine flower has six stamens while the saffron one has three. But this is not enough to collect and cook the plant in total tranquility: if you do not know the differences completely, let it be lost.
Colchicine is used to treat gout
Colchicine, however, is not only harmful. This herb is produced with a drug used to cure gout. For its potentially harmful effects, it is prescribed under the very strict medical supervision and is administered in very low doses.
Colchicine is a drug that maintains a prominent role in treating an acute gout attack. The benefits of colchicine are mainly related to the ability to inhibit the phagocytosis of urate crystals by polymorphonucleated leukocytes. Colchicine blocks a number of mechanisms that lead to rapid amplification of the inflammatory process induced by phagocytosis of monosodium urate crystals. Colchicine is administered orally (1 mg tablets). The traditional dose of the attack is 1-2 mg at the earliest symptoms of joint inflammation, followed by 1 mg every two to three hours, up to the cumulative dose of 5-6 mg on the first day. On the second and third day, the dose may be reduced to 1-2 mg/day, depending on the clinical condition and tolerability of the drug (which should be discontinued if diarrhea and/or abdominal pain occur). It is advisable, in the following days, to maintain 1 mg/day of colchicine for at least two to three weeks, even in the event of remission of the synovitis, in order to prevent the occurrence of other episodes of acute flagitious. Posology and duration of treatment may vary widely, depending on age, body weight, concomitant illness, and possible drug intake. Pain and joint swelling gradually decrease within 48 hours in 75-80% of patients. Since the aforementioned classical administration scheme is associated with a high incidence of intestinal side effects (diarrhea, abdominal pain of particular intensity) today tends to not exceed 3 mg on the first day. Rapid control of acute attack can also be observed with low doses as early as the start of treatment.
The risk of systemic side effects (medullary depression, renal and hepatic injury) is higher when colchicine is given intravenously (the intravenous formulation is not available in many countries, including Italy).
Da:
https://www.ok-salute.it/alimentazione/colchicina-attenzione-allerba-killer-scambiata-per-zafferano/
https://www.ok-salute.it/alimentazione/colchicina-attenzione-allerba-killer-scambiata-per-zafferano/
https://www.airmagazine.it/magazine/numero-2-la-gotta?id=202
https://it.wikipedia.org/wiki/Colchicina

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