Polmone, un paziente su 5 è vivo a tre anni dalla diagnosi, grazie all'immunoterapia / Lung, one in five patients is alive three years after diagnosis, due to immunotherapy.

Polmone, un paziente su 5 è vivo a tre anni dalla diagnosi, grazie all'immunoterapia Lung, one in five patients is alive three years after diagnosis, due to immunotherapy.



Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa



Altri studi presentati al congresso della Società europea di oncologia medica di Madrid sottolineano il ruolo sempre più importante di questa strategia nel carcinoma del polmone. I nuovi dati riguardano nivolumab, che si è dimostrato tre volte più efficace della chemioterapia sul lungo periodo.

Per il tumore del polmone l'immuno-oncologia continua a farla da padrona, al congresso della Società europea di oncologia medica di Madrid. E conferma quanto già si era visto per il melanoma. I nuovi risultati presentati all'Esmo riguardano il farmaco immunoterapico nivolumab, che si è dimostrato in grado di triplicare – nei tumori a cellule squamose – e raddoppiare – nei tumori a cellule non squamose – il numero di pazienti vivi a 3 anni rispetto alla chemioterapia (con docetaxel).  

Gli studi. I dati sono quelli di due studi. Uno è il CheckMate -017, che ha coinvolto 272 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule squamoso: a tre anni il 16% dei pazienti trattati con nivolumab, cioè uno su 6, era vivo rispetto al 6% di quelli trattati con la chemioterapia. L'altro, CheckMate -057, ha coinvolto 582 persone con la forma non squamosa della malattia: in questo caso dopo tre anni era vivo il 18%, cioè un paziente su 5; il doppio rispetto alla chemioterapia (9%). “L’Italia ha ricoperto un ruolo di primo piano in questi studi perché abbiamo arruolato il maggior numero di pazienti, circa il 10% del totale – spiega Marina Garassino, responsabile della Struttura Semplice di Oncologia Medica Toraco Polmonare presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

I tumori dei fumtori sono differenti. “Solo il 15% dei casi di tumore del polmone – riprende l'oncologa – riguarda i non fumatori, che di solito presentano mutazioni genetiche e possono essere trattati con farmaci a bersaglio molecolare. Ma l’85% delle diagnosi interessa i tabagisti, che non sono caratterizzati da queste alterazioni e non disponevano fino a pochi anni fa di alcuna arma realmente efficace. Oggi, invece, possiamo parlare di cronicizzazione della malattia: queste persone non solo vivono a lungo termine, ma hanno anche un’ottima qualità di vita, possono lavorare e praticare sport. Sono risultati impensabili prima dell’introduzione dell’immuno-oncologia”. Il cancro del polmone è uno dei 4 big killer tra i tumori. Per dare qualche numero, nel nostro paese lo scorso anno si sono avute 41.300 nuove diagnosi di tumore del polmone, di cui 27.800 tra gli uomini e 13.500 tra le donne. Ecco perché i nuovi dati in questo ramo dell'oncologia sono particolarmente importanti.

Gli studi nella "vita reale". I dati presentati al Congresso ESMO sono il più lungo follow up riportato con un inibitore di PD-1 (il bersaglio dell'immunoterapico, perché frena il lavoro del sistema immunitario) rispetto alla chemioterapia in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule precedentemente trattati. “La ricerca italiana si distingue a Madrid anche per 5 presentazioni relative a nivolumab utilizzato nella pratica clinica quotidiana – continua Garassino: “Si tratta di dati ‘real life’, relativi cioè a pazienti non selezionati come avviene invece negli studi clinici. Sono state coinvolte quasi 1600 persone, in alcuni casi in condizioni particolarmente critiche perché molto anziane o con metastasi cerebrali, e proprio per questo tradizionalmente escluse dagli studi clinici. I dati ‘real life’ confermano l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità della molecola anche in queste categorie di pazienti”.

Se il tumore è "differenziato". “Il trattamento del tumore del polmone – conclude l'oncologa – è indirizzato sempre più verso la personalizzazione della terapia, anche grazie all’utilizzo dei biomarcatori. Fra i vari fattori un ruolo in questo senso potrà essere svolto in futuro dal tumor mutational burden: si basa sul principio che quanto più la cellula tumorale si differenzia da quella normale, tanto maggiore è la possibilità che il sistema immunitario la riconosca come estranea e quindi si attivi per contrastarla. Uno studio pubblicato recentemente sul New England Journal of Medicine ha infatti evidenziato che i pazienti con un alto numero di mutazioni rispondono meglio all’immuno-oncologia. E si è osservato come i grandi fumatori presentino molte mutazioni, per questo potrebbero essere i candidati ideali per l’immuno-oncologia”.

ENGLISH

Other studies presented at the European Society of Medical Oncology in Madrid underline the increasingly important role of this strategy in lung cancer. New data refer to nivolumab, which has been shown to be three times more effective than long-term chemotherapy.

For lung cancer, immuno-oncology continues to be its master at the European Society of Medical Oncology in Madrid. And confirms what had already been seen for melanoma. The new findings presented at Exmo relate to the immunotherapeutic drug nivolumab, which has been shown to triple - in squamous cell tumors - and to double - in non-squamous cell tumors - the number of patients living at 3 years of chemotherapy ( with docetaxel).

Studies. Data are those of two studies. One is CheckMate-017, which involved 272 patients with non-small squamous cell lung cancer: at 3 years, 16% of patients treated with nivolumab, ie one in 6, were alive compared to 6% of those treated with the chemotherapy. The other, CheckMate -057, involved 582 people with the non-squamous form of the disease: in this case, after three years there was 18% living, ie a patient of 5; double compared to chemotherapy (9%). "Italy has played a leading role in these studies because we enrolled the largest number of patients, about 10% of the total," says Marina Garassino, Head of the Simple Pulmonary Medical Oncology Structure at the IRCCS Foundation Tumors in Milan.

The tumor tumors are different. "Only 15% of cases of lung cancer - recalls the oncologist - concerns nonsmokers, who usually have genetic mutations and can be treated with molecular target drugs. But 85% of the diagnosis affects the smokers, who are not characterized by these alterations and did not have a few years ago a really effective weapon. Today, however, we can talk about chronic disease: these people not only live long-term but also have a good quality of life, can work and practice sports. They were unthinkable before the introduction of immuno-oncology. " Lung cancer is one of the 4 big killers among tumors. To give some numbers, in our country last year there were 41,300 new lung cancer diagnoses, of which 27,800 among men and 13,500 among women. That is why new data in this branch of oncology is particularly important.

Studies in "real life". Data presented at ESMO Congress are the longest follow-up with a PD-1 inhibitor (the target of immune therapy because it inhibits the work of the immune system) compared with chemotherapy in patients with non-small cell lung cancer previously treated. "Italian research is also distinguished in Madrid for 5 presentations concerning nivolumab used in daily clinical practice - continues Garassino:" These are real life data, that is to patients not selected as in clinical trials. Almost 1600 people were involved, in some cases in particularly critical conditions because they are very old or with cerebral metastases, and for this reason traditionally excluded from clinical trials. "Real life data" confirm the efficacy, safety and tolerability of the molecule even in these categories of patients. "

If the tumor is "differentiated". "The treatment of lung cancer - concludes the oncologist - is increasingly directed towards the personalization of the therapy, also thanks to the use of biomarkers. Among the various factors a role in this sense can be done in the future by the mutational load tumor: it is based on the principle that the more the tumor cell differs from the normal one, the greater the possibility that the immune system recognizes it as extraneous and therefore you activate it to counteract it. A recent study in the New England Journal of Medicine has shown that patients with a high number of mutations respond better to immuno-oncology. And it has been observed that big smokers have many mutations so they might be the ideal candidates for immuno-oncology. "


Da:

http://www.repubblica.it/oncologia/terapie/2017/09/11/news/polmone_un_paziente_su_5_e_vivo_a_tre_anni_dalla_diagnosi_grazie_all_immunoterapia-175181442/

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