Una nuova strategia terapeutica per la malattia di Crohn / A new therapeutic strategy for Crohn's disease

Una nuova strategia terapeutica per la malattia di Crohn / A new therapeutic strategy for Crohn's disease


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa




DefinizioneLa malattia di Crohn è una Malattia Infiammatoria Cronica Intestinale (MICI) che può colpire con distribuzione segmentaria, qualsiasi parte del tratto gastrointestale, dalla bocca all'ano; più comunemente interessa l'ultima parte dell'intestino tenue chiamato ileo (ileite) e/o nel colon (ileocolite) oppure solo il colon in una sua qualsiasi parte (colite). E’ caratterizzata da ulcere intestinali, spesso alternate a tratti di intestino sano; le ulcere derivate dall’infiammazione, se non curate, possono portare a creare dei restringimenti intestinali (stenosi) o approfondirsi sino a creare delle lesioni di continuità con gli organi circostanti (fistole) e/o complicarsi con la formazione di raccolte di materiale infiammatorio con produzione di pus (ascesso). L’andamento di questa patologia è cronico e recidivante caratterizzato dall’alternarsi di episodi acuti seguiti da periodi di remissione clinica.


Un importante contributo italiano ad uno studio internazionale che attraverso monitoraggio e intensificazione terapeutica basata sui biomarcatori di infiammazione, migliora la risposta dei pazienti con malattia di Crohn precoce.
Guarigione delle ulcere intestinaliassenza di sintomi e riduzione del numero dei ricoveri ospedalieri legati alla malattia di Crohn, grazie al monitoraggio e all’intensificazione terapeutica basata sui biomarcatori di infiammazione. È questo il risultato di uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Lancet. I ricercatori dei 74 centri di tutto il mondo coinvolti (Europa, Stati Uniti, Giappone, Sud Africa e Israele), hanno dimostrato che la tempestiva intensificazione di terapia con farmaci biologici anti-TNF (inibitori dei fattori di necrosi tumorale, una citochina che regola le cellule del sistema immunitario), sulla base di sintomi clinici associati a biomarcatori nei pazienti affetti da malattia di Crohn di recente diagnosi, comporta migliori risultati clinici ed endoscopici rispetto al trattamento basato solo sui sintomi.
“Questo lavoro – spiega Silvio Danese, fra gli autori dello studio, responsabile del Centro Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali di Humanitas, coordinatore di Humanitas Immuno Center e docente di Humanitas University – rivoluziona la strategia di trattamento della malattia di Crohn poiché dimostra che i sintomi da soli non sono un parametro sufficiente su cui modificare la terapia di mantenimento della remissione a lungo termine dei pazienti, mentre il monitoraggio stretto e l’intensificazione terapeutica basata sui biomarcatori di infiammazione può portare ad una migliore remissione endoscopica (guarigione delle ulcere intestinali), controllo clinico (assenza di sintomi) e a ridurre il numero dei ricoveri ospedalieri legati alla malattia”.
Lo studio multicentrico di fase III in aperto, randomizzato e controllato, è stato condotto in 22 Paesi e ha coinvolto pazienti adulti (18-75 anni) con malattia di Crohn precoce e mai esposti a nessuna terapia immunosoppressiva o biologica.
“I biomarcatori di infiammazione intestinale, come la calprotectina fecale e la proteina C reattiva, sono usati nel monitoraggio dei pazienti con malattia di Crohn, ma non vi è ancora certezza sul fatto che il loro utilizzo nel monitorizzare l’attività di malattia e modificare la terapia in base a questi migliori i risultati nel lungo termine nei pazienti. Abbiamo cercato di confrontare i risultati endoscopici e clinici nei pazienti con malattia da Crohn moderata o grave che sono stati gestiti con un algoritmo di monitoraggio stretto, utilizzando i sintomi clinici e i biomarcatori, rispetto a quelli dei pazienti gestiti con un algoritmo di gestione clinica (solo sintomi clinici)”, ha spiegato Danese.
ENGLISH
Definition
Crohn's disease is a chronic intestinal inflammatory disease (MICI) that can affect segmental distribution, any part of the gastrointestinal tract, from mouth to anus; most commonly affects the last part of the small intestine called ileo (ileitis) and / or colon (ileiscolitis) or just the colon in any part of it (colitis). It is characterized by intestinal ulcers, often alternating with healthy stomach tracts; inflammation-derived ulcers, if untreated, can lead to intestinal narrowing (stenosis) or deepening to create continuity injuries to the surrounding organs (fistula) and / or complicate with the formation of inflammatory material collections with production of pus (abscess). The course of this pathology is chronic and recurrent, characterized by the alternation of acute episodes followed by periods of clinical remission.
An important Italian contribution to an international study that, through therapeutic monitoring and intensification based on inflammatory biomarkers, improves the response of patients with early Crohn's disease.
Healing of the intestinal ulcers, absence of symptom reduction of the number of hospital admissions related to the disease of Crhn, thanks to the monitoring and intensification therapy based on inflammatory biomarkers. This is the result of an international study published in the Lancet magazine. Researchers from the 74 centers around the world (Europe, the United States, Japan, South Africa and Israel) have shown that timely intensification of therapy with anti-TNF biological agents (tumor necrosis inhibitors, a cytokine that regulates immune system cells) based on clinical symptoms associated with biomarkers in newly diagnosed Crohn's disease patients, results in better clinical and endoscopic results than treatment based on symptoms only.
"This work - explains Silvio Danese, the study's author, who is responsible for Humanitas Intestinal Bowel Infestation Center Humanitas, coordinator of Humanitas Immuno Center and Humanitas University lecturer - revolutionizing Crohn's treatment strategy as it demonstrates that the symptoms from salts are not a sufficient parameter to modify long-term remission therapy for patients while narrow monitoring and therapeutic intensification based on inflammatory biomarkers can lead to better endoscopic remission (healing of intestinal ulcers), control clinical (absence of symptoms) and reduce the number of hospital admissions related to the disease. "
The open, randomized and controlled phase III multicenter study was conducted in 22 countries and involved adult patients (18-75 years) with Crohn's disease early and never exposed to any immunosuppressive or biological therapy.
"Intestinal inflammatory biomarkers, such as fecal calprotectin and reactive C protein, are used in monitoring patients with Crohn's disease but there is still no certainty that their use in monitoring the activity of the disease and modifying the therapy based on these best results in the long term in patients. We tried to compare endoscopic and clinical results in patients with moderate to severe Crohn's disease who were administered with a tight monitoring algorithm, using clinical symptoms and biomarkers, compared with those managed with a clinical management algorithm (only clinical symptoms ", explained Danese.
Da:
https://amiciitalia.eu/index.php/malattia-di-crohn
https://www.galileonet.it/2017/11/nuova-strategia-terapeutica-la-malattia-crohn/

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