Leucemia, un nuovo successo italiano per la terapia genica Car-T sui bambini / Leukemia, a new Italian success for Car-T gene therapy on children

Leucemia, un nuovo successo italiano per la terapia genica Car-T sui bambiniLeukemia, a new Italian success for Car-T gene therapy on children

Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa

(Foto: Ospedale Pediatrico Bambino Gesù)
(Foto: Ospedale Pediatrico Bambino Gesù)

L’innovativa terapia Car-T è stata utilizzata per trattare un bambino affetto da leucemia linfoblastica acuta al Bambino Gesù di Roma, con risultati molto promettenti.

Riprogrammare geneticamente le cellule immunitarie (i linfociti T) per addestrarle a riconoscere e attaccare un tumore. Si tratta della promettente e innovativa terapia genica Car T (acronimo di Chimeric antigen receptor T cell), un trattamento che si è appena dimostrato efficace su un bambino di 4 anni affetto da leucemia linfoblastica acuta (Lla), un tipo di tumore raro che spesso non risponde alle terapie convenzionali. A raccontarlo oggi sono stati i medici e i ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con il ministero della Salute, Regione Lazio e Airc, secondo cui il bambino sta bene ed è stato dimesso, in quanto non presenta cellule leucemiche nel midollo a un mese dall’infusione delle cellule riprogrammate.
Le cellule immunitarie del bambino, come dicevamo prima, sono state programmate con la terapia genica Car T, una delle strategie più innovative e promettenti nella ricerca contro il cancro, oggetto di numerose sperimentazioni in tutto il mondo.
Ricordiamo infatti che due terapie geniche con cellule modificate Car-Tsono state approvate pochi mesi fa dall’agenzia statunitense Food and Drug Administration (Fda): la prima contro la Lla e l’altra contro forme di linfoma a grandi cellule B (mentre in Europa le valutazione sono ancora in corso). Ma come funziona? Per prima cosa vengono prelevati i linfociti T del paziente e modificati geneticamente fornendoli di un recettore chimerico sintetizzato in laboratorio, chiamato Car (Chimeric Antigenic Receptor), diretto contro antigeni tumorali. Una volta moltiplicati in laboratorio, i linfociti T modificati vengono poi re-infusi nel paziente per via endovenosa. In buona sostanza, questo recettore è capace di potenziare i linfociti e renderli a loro volta in grado di riconoscere e attaccare le cellule tumorali presenti nel sangue e nel midollo.
(Foto: Ospedale Pediatrico Bambino Gesù)
(Foto: Ospedale Pediatrico Bambino Gesù)
Precisiamo che l’approccio adottato dal team di ricercatori del Bambino Gesù differisce parzialmente da quello nord-americano: diversa è la piattaforma virale utilizzata per la trasduzione delle cellule, per realizzare cioè il percorso di modificazione genetica e diversa è la sequenza genicarealizzata, che prevede l’inserimento di una sorta di gene “suicida”, chiamato Caspasi 9 Inducibile (iC9), che si rende attivo in caso di eventi avversi, bloccando l’azione dei linfociti modificati. E’ la prima volta che questo sistema, adottato grazie alla collaborazione dell’Ospedale con Bellicum Pharmaceuticals, viene impiegato in una terapia genica Car-T: una misura ulteriore di sicurezza per fronteggiare i possibili effetti collaterali che possono derivare da queste terapie innovative. Tra le complicanze più comuni, ricordiamo la Cytokine release Syndrome(Crs) o “tempesta di citochine”: le cellule T modificate rilasciano citochine, molecole infiammatorie che possono provocare febbre alta, dolori muscolari, sintomi neurologici e problemi circolatori e respiratori, anche molto gravi.
Il bambino che ha ricevuto il trattamento sperimentale di terapia genicaaveva già avuto 2 ricadute: la prima dopo trattamento chemioterapico, la seconda dopo un trapianto di midollo osseo da donatore esterno. “Per questo bambino non erano più disponibili altre terapie potenzialmente in grado di determinare una guarigione definitiva”, spiega Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Onco-ematologia pediatrica, terapia cellulare e genica del Bambin Gesù. “Qualsiasi altro trattamento chemioterapico avrebbe avuto solo un’efficacia transitoria o addirittura un valore palliativo. Grazie all’infusione dei linfociti T modificati, invece, il bambino oggi sta bene ed è stato dimesso. È ancora troppo presto per avere la certezza della guarigione, ma il paziente è in remissione: non ha più cellule leucemiche nel midollo. Per noi è motivo di grande gioia, oltre che di fiducia e di soddisfazione per l’efficacia della terapia. Abbiamo già altri pazienti candidati a questo trattamento sperimentale”.
ENGLISH
The innovative Car-T therapy was used to treat a child with acute lymphoblastic leukemia at the Infant Jesus of Rome, with very promising results.
Genetically reprogram the immune cells (T lymphocytes) to train them to recognize and attack a tumor. This is the promising and innovative Car T gene therapy (acronym for Chimeric antigen receptor T cell), a treatment that has just proved effective on a 4-year-old boy with acute lymphoblastic leukemia (Lla), a rare type of cancer that often does not respond to conventional therapies. This was reported today by doctors and researchers at the Bambino Gesù Children's Hospital in Rome, in collaboration with the Ministry of Health, the Lazio Region and Airc, according to whom the child is well and has been discharged, as it does not have leukemia cells in the bone marrow one month after the infusion of reprogrammed cells.
The immune cells of the child, as we said before, were programmed with the Car T gene therapy, one of the most innovative and promising strategies in cancer research, the subject of numerous experiments all over the world.
We recall that two gene therapies with modified Car-Tsono cells were approved a few months ago by the US Food and Drug Administration (FDA): the first against the Lla and the other against forms of large B-cell lymphoma (while in Europe the evaluations are still ongoing). But how does it work? First the patient's T lymphocytes are taken and genetically modified by providing them with a chimeric synthesized receptor in the laboratory, called Car (Chimeric Antigenic Receptor), directed against tumor antigens. Once multiplied in the laboratory, the modified T lymphocytes are then re-infused into the patient intravenously. In essence, this receptor is capable of enhancing lymphocytes and making them able to recognize and attack tumoral cells in the blood and marrow.
We specify that the approach adopted by the team of researchers of the Child Jesus differs partially from the North American one: different is the viral platform used for the transduction of cells, to realize that the genetic modification path is different is the genicarealized sequence, which provides the insertion of a sort of "suicide" gene, called Caspase 9 Inducible (iC9), which becomes active in case of adverse events, blocking the action of the modified lymphocytes. It is the first time that this system, adopted thanks to the collaboration of the Hospital with Bellicum Pharmaceuticals, is used in a Car-T gene therapy: an additional measure of safety to face the possible side effects that may derive from these innovative therapies. Among the most common complications, we mention the Cytokine release Syndrome (Crs) or "cytokine storm": the modified T cells release cytokines, inflammatory molecules that can cause high fever, muscle pain, neurological symptoms and circulatory and respiratory problems, even very serious .
The child who received the experimental treatment of gene therapy had already had 2 relapses: the first after chemotherapy treatment, the second after a bone marrow transplant from an external donor. "For this child were no longer available other therapies potentially able to determine a definitive healing," says Franco Locatelli, director of the Department of Onco-Hematology, Cell Therapy and the genin of Bambin Gesù. "Any other chemotherapy treatment would have had only a transient effectiveness or even a palliative value. Thanks to the infusion of modified T lymphocytes, however, the child is well and has been discharged today. It is still too early to be sure of healing, but the patient is in remission: he has no more leukemia cells in the bone marrow. For us it is a source of great joy, as well as of trust and satisfaction for the effectiveness of the therapy. We already have other patients candidates for this experimental treatment".
Da:
https://www.wired.it/scienza/medicina/2018/02/01/leucemia-terapia-genica-car-t/

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